mercoledì 16 novembre 2016

Un nome...
Sono solo un nome... Ecco qui diario... le parole più dolorose che un uomo mi potesse dire. Mi sposa solo perché un nome. Mi sposa perché in questo modo le nostre famiglia si acquietino un poco. Sono una toppa, una toppa nemmeno troppo gradita. E' brutto rendersi conto che lui non ti desidererà mai. E' orribile pensare che non ci sarà mai un minimo di passione. Una persona del genere, uno stronzo simile... non può provare amore. Lo escludo categoricamente. Lo sapevo da tempo, m'illudevo che forse non era così. Continuo ad essere sciocca. Continuo ad essere solo una bimba che prova a farsi grande in questo mondo cattivo. Io tento di nuotare, provo a rimanere a galla come posso, ma ogni tanto sento una mano che mi prende la caviglia e mi trascina giù. Le tenebre, care tenebre e miei dei prediletti. Voi mi farete diventare potente. So che manca poco, so che mi adoreranno e sceglieranno me. Sono una serva così fedele... perché non dovrebbero farlo? Perché non dovrebbero permettermi di vendicarmi di Thomas?

Quando mi ha detto che voleva farmi controllare, per valutare la mia interezza... io ho sorriso e ho pensato ad Alister. Ho sorriso e mi sono detta < Grazie per avermi fermata quella notte, amore mio. >
Lui non mi ha fatto compiere lo sbaglio più grande della mia esistenza, ma sarebbe stato quello più bello. Sarei stata felice per una notte di passione che mi avrebbe travolto e riscaldata. Sarei stata amata, ma mi sarei rovinata. Ha fatto bene Alister... io ti amo, ma non potrò essere tua. Torna da me, ti prego... vieni qui. Amami, sposami ... ti prego...

martedì 15 novembre 2016

Mi ricordo Alister quando mi abbracciava per farmi sentire la sua virilità. Rammento perfettamente come mi faceva sentire.
Ero piccola, innocente e stupida... non capivo cosa volesse dire quel gonfiore in mezzo ai pantaloni del mio amico. Lui sorrideva beffardo e mi diceva "Toccalo ch'è divertente!". Io invece scappavo, ritirandomi perché mi sentivo strana, bagnata in mezzo alle cosce e con la testa che mi girava.
Ero eccitata. Troppo bimba per capirlo e capire che cos'era. C'ho messo degli anni per comprenderlo, ma solo lui mi faceva sentire una infante e ma allo stesso spensierata e felice.
Solo lui mi amava. Cioè anche la mia balia, ma era un amore diverso. Lui mi desiderava e non gli interessava che io ero troppo magra o che il mio viso non fosse bello come quello di mia madre.
Alister adorava farmi sentire imbarazzata, gradiva udirmi balbettare quando le mie guance si tingevano di rosso. Il mio sorriso era così buffo e quando eravamo nudi l'uno di fronte all'altro sensazioni assai contrastanti. Ti rammento che non facemmo nulla di peccaminoso. Non mi fece mai sua, ma giocavamo con lussuria e con innocenza. Mi toccava i seni, le labbra e anche le altre... Era divertente e mi sentivo grande.
Ero così sciocca... così bambina...
Mi dispiace per la me del passato.
Avevo ancora la speranza che lui mi sposasse. Che ci saremmo amati giorno e notte nella mia villa. Che saremmo stati felici, ma erano pensieri di una fanciulla con troppi grilli per la testa. L'amore non esiste e l'uomo è così animale.
Penso sempre che noi donne siamo fragili di corpo e per questo che punto a non esserlo di mente. Quando mi viene in mente i cani che si fottono fra di loro, mi viene un brivido pensando che dovrà capitare anche a me. Alister mi parlava di compire un atto di puro amore, ma per come ne parlano i grandi, sembra solo un mero gesto quotidiano senza alcun sentimento. Mi repulsa al pensiero di stare sotto mentre il mio sposo mi penetra con vigore. Mentre lui spinge fino a farmi sanguinare, senza mai farmi provare piacere.
Ho paura... ho davvero paura quando immagino le miei prime notte di nozze. Mi verrebbe da piangere, ma sarei costretta comunque a giacere con l'uomo che mi ha sposato. Immagino che sia un vecchio con la fiatella. Un nobile di buona famiglia che vuole carne fresca. Tremo e non te lo nascondo diario. Vorrei confessarlo a qualcuno, ma temo di essere derisa o che mi venga risposo: Ma funziona così. Noi donne dobbiamo fare questo!

Vuoi sapere perché ti sto confessando queste cose? La risposta è molto semplice. Ieri notte... Mr Wells ha insistito ad accompagnarmi alla carrozza. Lui ha sempre modi e toni bruschi, ma non ho mai pensato che fosse uno stupratore. Maschio che probabilmente va a perdute si, ma così no. Mi ha afferrata con forza e buttata contro il muro. Sapevo cos'era quella cosa che spingeva sulla patta dei pantaloni. Lo so perfettamente e la cosa  mi ha fatto inorridire. Lo avrei sgozzato se mi avesse preso con la forza. Il coltello era infilato dentro ai miei stivali con un po' di fatica gli lo avrei piantato nella gola. Lo avrei fatto... io non voglio che la mia verginità venga presa così. Io non lo desidero affatto. Vorrei che qualcuno mi amasse un po' che mi facesse sentire amata e non come una giumenta che deve essere ingravidata. Lui neanche desiderava me... guardava la bottega e probabilmente pensava ad Alison. Io volevo piangere, urlare e buttarmi a terra..
Perché quando qualcuno mi sta per stuprare... egli pensa ad un'altra?
E' così triste.
Mi amareggia... però mi ha lasciato andare... ci ha ripensato o semplicemente voleva farmi ricordare cos'era un uomo.
Caro diario... scusa se non ti ho aperto da tempo.
 Le mie giornate sono passate troppo velocemente per riordinare i miei pensieri. I Dì si susseguivano con gioie e dolori per il mio animo inquieto. Ci sono stati momenti di pura felicità, soprattutto quando sono stata nominata finalmente Artista. Quando ho aperto quella lettera il mio cuoricino stava scoppiando di gioia e sulle mie labbra è nato un sorriso di pura felicità. Ho pianto, ma per allegria e per entusiasmo. Volevo ballare in mezzo al teatro, cantare e saltellare come un uccellino libero e gioioso.

Purtroppo... non c'è stata solo allegria.

Thomas Wells... l'uomo che più odio al mondo. Il mio educatore. Uno stupido borghesotto saccente che pensa di sapere tutto lui. E' antipatico, noioso e un figlio di perdura ... Potrei continuare per ore ad insultarlo su questo foglio, ma non ho il coraggio di farlo di persone. Mi lincerebbe e mi punirebbe... già gli do fastidio quando apro bocca. Io sono una donna. Dovrei essere carina, gentile e modesta. Invece non lo sono. Il mio carattere è spigoloso, arrogante e adoro sputare veleno come una vipera. Io non voglio essere come quelle donnine che sanno solo sorridere e sono un ornamento per il loro uomo. No, io voglio essere forte e voglio il potere nelle mie ossute dita. Voglio stringere le redini di questa città. Voglio governarla e schiacciarla sotto il tacco della mia scarpa. Io diventerò immortale e sovrana di questo luogo. Ci metterò molto tempo, anni o secoli... ma ci riuscirò. Un passo alla volta e nessun stupido Wells mi potrà fermare.
Però, forse anche per quieto vivere, dovrò quietarmi e divenire un poco più mansueta. Devo calmare il mio temperamento ed essere più accorta al linguaggio che uso. E' difficile. Mi hanno insegnato che io sono una artista e l'arte è volubile, bella... ma molto leale con chi l'accarezza e la pratica ogni giorno.

Io sono un artista, ma  mi devo addomesticare un poco . Basta che non mi faccia più pulire la chiesa. Mi disgusta! Sono una borghese, non una lurida plebea!

Ha ragione Mrs White a dirmi... di fare attenzione...sono bigotti e non si fermeranno fino a quando non cambieranno o distruggeranno... ogni cosa di diverso rispetto al loro pensiero. L'arte non può morire ed io la difenderò con i denti, anche a costo di fingermi una York.

martedì 27 settembre 2016

Eva è così bella, così ammirata dalle altre persone. Gli uomini sospirano quando la guardano e le donne vogliono essere lei. Ogni volta che sto assieme a lei, mi sento piccola, inferiore... e inerme. Lei è stata applaudita, acclamata... anche se non ha fatto una perfomance perfetta. Anzi, tutt'altro. Lei era terribile, orribile e le mie orecchie ancora sanguinano. Però tutto l'hanno ammirato, già la Duchessa l'ha elogiata ritenendo che avrà un gran futuro.
LEI! LEI? Ho ricevuto, fiori ed elogi... ma lei è stata comunque premiata. Io ho lavorato, ho faticato e mi hanno detto un misero: Complimenti! Non ci sto. Si vede che alle belle donne tutto è permesso. Anche essere lascive e perverse!
Eva è bella, meravigliosa e mi ricorda terribilmente mia madre. Esatto, caro diario, più ci parlo e più la sua immagine si fa sempre più nitida nei miei occhi. Gli stessi capelli neri, gli stessi occhi d'argento. E' la copia della mia orribile madre. Ecco perché è tanto bella. Non posso negare che mia madre fosse stupenda, non posso. E' sempre stata perfetta in ogni dettaglio, anche il seno non troppo maturo era ben apprezzato fra le corti e nei letti dei suoi amanti. Leggiadra, leggera con le ciglia che sfarfallano ogni volta che ne ha bisogno di qualcosa, oppure semplicemente quando pensa e il suo sguardo si fa lontano.
Mirabile, bella... perfetta.. in ogni dettaglio.
Io mi guardo allo specchio e cosa vedo? Una ragazzina a cui non è mai cresciuto il seno. I capelli bruni e gli occhi verdi chiaro. Un nulla, una artista che deve ancora dimostrare tutto. La batterò! La supererò e dimostrerò che la bellezza è solo un frivolo ornamento. E' solo un gioiello da mostrare, ma ch'è inutile... volubile. Io sono Io...
Io sono Elysium Greem.
Io sarò la potenza.
Sarò il vento che spazzerà il mondo.
Io sarò il fuoco che arderà codesto luogo.
Io sono L'OSCURITA'! Mi eleverò e diverrò un immortal.

Osservami Alister, scrutami mentre mi guardi da Lontano. Il tuo tenero passerotto diverrà una drago o un ragno velenoso pronto a balzar appena potrà. Mio amato Alister un giorno ci rincontreremo. Il mio cuore lo sa. Il mio respiro lo sa. Io e te non possiam rimare troppo separati. Quando c'incontreremo nuovamente... tu mi vedrai. Tu vedrai Elysium nuovamente rinata e tu mi amerai come io ti ho sempre amato.
Alister, Madre... Eva....

giovedì 22 settembre 2016

Per poco il mio cuore non mi esplodeva in petto. Sentivo ogni battito cardiaco che premeva contro la mia cassa toracica. Ogni mio respiro che si faceva più affannoso e stentavo a rimanere in piedi. Sentivo la testa pesante come un macigno e le mani non smettevano di tremare.
Ero terrorizzata, temevo che il pubblico volesse il mio sangue, che salisse sul palcoscenico e che mi straziasse con i suoi lunghissimi artigli. Le persone mi sembravano tanti mostri ... orribili creature dagli animi neri.

Però ... non si è rivelato così. Anzi mi hanno accolto e applaudito. Mi hanno sorriso e riso alle mie battute. Quando mi sono accorta che la mia voce era perfetta, mi sono sentita immensamente più sollevata. Era meraviglioso, incantevole... spettacolare in un unico istante mi sono sentita bella.
Cantavo, recitavo e dovevo anche ballare. Dovevo colmare le lacune di Eva perché lei sembrava come se fosse cascata dalle nuvole.
Che cavolo ha combinato? Solitamente è sempre così fredda e pronta.. ieri invece è stato l'opposto. Era strana, terribilmente strana... e mi ha anche baciato! Mi ha baciato! Non era pattuito un bacio, non era menzionato.. mi ha infilato la lingua in gola e tanti cari saluti!
Mi sono sentita violentata!

I Lancaster e tutti gli altri nobili mi hanno applaudito. Ho ricevuto fiori e lode. E' stato fin troppo gratificante. Non ho mai percepito una sensazione così bella. Loro mi vogliono come nobile, sono felice che io possa fare parte della loro famiglia. Mi palpita il cuore al pensier di divenire una nobile. Una signora, una padrona... e lentamente scalerò la vetta verso l'immortalità!

sabato 17 settembre 2016

Capitolo due. 
La principessa rinchiusa
By Elysium Green


I giorni passavano e i cavalieri del regno della superfice si misero alla ricerca disperata della loro principessa. Eden era sparita, nessuno sapeva dove si trovava. Nemmeno gli oracoli che il padre aveva chiamato a corte... sapevano dirgli qualcosa. Era tutto nebuloso e le terre della fanciulla si fecero tristi e grigie. Era come se il loro sole piangesse con loro. Ogni cittadino donò un fiore o versò una lacrima amara. Dopo mesi e mesi... si cominciò a pensare che ella era morta e il suo corpo fosse stato mangiato dalle bestie. Smisero di cercarla e il re s'isolò nel suo maniero

Però la fanciulla non era morta, era stata rapita dalle bestie che vivevano nel sottosuolo. Il regnante di codesto luogo l'aveva rinchiusa in una piccola torre. Era un luogo freddo e tetro, sorvegliato notte e giorno dal buon fauno che aspettava con trepidazione la sua ricompensa che ancora non arrivava.
La povera Eden... pregava ogni giorno e supplicava Yeshua di liberarla, ma purtroppo le sue parole erano troppe lontane e lui non poté mai sentirle. Piangeva ogni giorno... chiedendo al Satiro di liberarla, ma anche quelle orecchie rimasero sorde.
Cosa successe al povero uccellino? Semplice.. fu ricompensato, ma rinchiuso assieme alla principessa. Stava in una gabbia di legno con cibo e un rifugio caldo per i suoi piccoli. Però non era libero e cantava canzoni di amarezza. Probabilmente si sentiva ingannato, ma purtroppo avevano mantenuta ogni loro promessa... almeno per lui.
Il tempo passava e il pianto della ragazza era divenuta una supplica monotona e stancante anche per il satiro. Infatti... alla fine, stufo di quelle lagnose parole, diede un colpo alla porta. La fanciulla sussultò spaventata e lui gli disse:
<Smettila di piangere! Sei diventata fastidiosa, perfino la servitù si lamenta di questo piagnisteo.>
Lei... rispose:
<Ma posso solo fare questo. Voi mi avete rapita, mi avete privata dell'affetto di mio padre e del mio popolo. Io non piango per me stessa, ma per loro.. perché sono rimasti senza una principessa.>
<Allora non hanno perso gran che... se tu sai solo lamentarti.>
Affermò il cavaliere con un tono borbottante: <Poi.. il mio re non ti dona l'affetto la notte? Non viene nelle tue stanze per riscaldarti il tuo letto? Non ti ama forse?>
Domanda il povero Satiro tutto inviperito. La ragazza scosse leggermente la testa. Un moto leggero del capo. <Lui ama solo se stesse. Non ti darà mai il premio che ti spetta per la mia cattura. Siamo entrambi prigionieri e rimarremmo rinchiusi qui per sempre.>
La risposta della fanciulla fu come una pugnalata nell'animo. La bestia sentì le zampe divenire molli e quasi perse l'equilibrio. Aveva gli occhi sgranati e le labbra dischiuse. Però non si fece incantare, almeno... non adesso e diede un colpo sulla porta. Un pugno con tutta la potenza che aveva e addirittura fece incrinare il legno.
<ZITTA! Tu non sai nulla. Diventerò Visir e governerò assieme al mio Re.>
Dichiarò illuso. La fanciulla rimane in silenzio e smise di piangere in questo momento. Gli faceva pena il povero satiro che era convinto di ricevere un giorno il suo premio. Non lo ricevette mai e passarono mesi... quasi un anno. Lui non diventava consigliere e alla fanciulla non cresceva il ventre.

venerdì 16 settembre 2016


CAPITOLO UNO. 
Il re, la principessa e il satiro. 
by Elysium Green



C'era una volta
Una principessa di nome Eden. Ella era la fanciulla più bella di tutto il regno e suo padre la sfoggiava con orgoglio... essendo il suo bene più prezioso.
Le sue terre si estendevano per miglia e miglia... dalle montagne più alte fino agli oceani cristallini. Laghi, fiumi, boschi e pianure... ogni singola cosa apparteneva a suo padre.
Però le creature che abitavano nel sottosuolo erano gelosi della bellezza della fanciulla. Loro erano mostruosi. Metà uomini e metà bestie che si nascondono agli occhi della luce e dalla grazia di Yeshua. Il re di tale oscenità era il più brutto fra tutti. Era una creatura mostruosa, flaccido, dalla pelle completamente bianca e non possedeva gli occhi. Le sue cavità oculari erano sul palmo delle sue mani e vedeva con ciò. Ogni suo dente era aguzzo e i suoi artigli erano più affilati di una lama. Era malvagio come pochi e comandava il suo regno con il pugno di ferro. Non conosceva pietà e ciò che bramava lui voleva. Il suo desiderio era per la giovane fanciulla. Voleva Eden come moglie e l'avrebbe avuta a qualunque costo. Era la sua fissazione... non ci dormiva la notte immanggiando come potesse averla.

Una sera, dopo un sonno irrequieto, chiamò il suo cavaliere più valente e gli disse:<Portami la principessa del regno di sopra e ti ricompenserò adeguatamente. Diverrai il mio Visir e potrai scegliere donne, gioielli e possederai tutto il potere che vorrai. >
Il satiro gonfiò il petto e fiero di questo compito, disse:
<Oh mio signore, ti porterò la principessa ... nulla mi fermerà, nemmeno il vento e le tempeste.>
<Ottimo, mio fido cavaliere, so che farai un adeguato lavoro. Però, lo devi portare a termine entro sette lune, altrimenti verrai ucciso per mio volere. Non voglio soldati che non sappiano portare a compimento anche sciocchi compiti come rapire una nobil-fanciulla dentro ad un castello con mure e soldati.>

Il Satiro, di nome Alloro, si recò nelle terre emerse. Sapeva che era un arduo compito, ma sapeva anche che non poteva fallire. Conosceva le punizioni del Re del sottosuolo e, probabilmente, la sua testa sarebbe finita su una picca se fosse tornato a mani vuote. Non poteva entrare con la forza nel palazzo, ma neanche come visitatore... non con il suo aspetto.
Riflettette per tre giorni e tre notti sotto ad una grande quercia. Un uccellino dai colori sgargianti, credendo che le corna del satiro fossero un ramo, si posò su di esso e cominciò a cantare con fare melodioso. Era una canzone incantevole e ogni contadinella che passava si fermava ad ascoltare incantata, dimenticandosi della bestia che rifletteva sotto l'albero.
 Appena vide ciò e rimanendo basito per quel che successe, prese delicatamente l'uccellino tra le mani e gli sussurrò delicatamente:<Mio amico pennuto.> Si...essendo metà animale poteva comunicare con la fauna delle terre baciate dal sole. <Grazie per avermi fatto venire questa idea. Ora so come rapire la principessa. Ti prego... canta per me... e falla giungere al mio cospetto. Incantala con la tua voce ed io ti darò tutto quello che vorrai in cambio.> Il passerotto, essendo una creaturina semplice e senza particolari ambizioni, rispose: <Vorrei solo un nido per i miei piccoli e tanto cibo per poterli sfamare e farli crescere sani. Se tu mi darai questo, io ti concederò codesto favore.> Alloro acconsentì e fece volare via il volatile. L'uccello cominciò a cantare melodiose canzoni.. sfoggiando il suo miglior repertorio. Sbatteva le ali e danzava nel cielo,attirando l'attenzione della principessa che leggeva sul balcone. La fanciulla, attirata e meravigliata, cominciò a seguire l'animale. Le guardie non si accorsero dei suoi movimenti e neanche le sue ancelle più fidate. Lei uscì dal castello velocemente fino ad arrivare alla quercia in cui l'aspettava il satiro. La creatura si nascose fra le fronde dell'albero, attendendo l'arrivo di Eden e appena la vide si avventò con furore. La fece svenire e non gli diede nemmeno il tempo di urlare. La tramortì con un pugno sul capo ed ella cadde tra le braccia del cavaliere.

Scomparve... senza lasciar alcuna traccia. Trascinata nell'oscurità. Il Re pianse, si disperò e la fece cercare per tutto il regno. Però senza alcun successo. Solamente il passerotto sapeva dov'era finita, ma anche lui era andato nell'oscurità a ricevere il pagamento che gli spettava.